– La mostra Tancredi porta alla Guggenheim di Venezia il cromatismo del pittore feltrino

mostra tancredi venezia guggenheim

Curata da Luca Massimo Barbero è aperta fino al 13 marzo 2017 nel palazzo Venier dei Leoni di Venezia, sul Canal Grande, la mostra Tancredi. Una retrospettiva – in particolare intitolata con un pensiero dell’artista: “La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba” – che la Collezione Peggy Guggenheim dedica al pittore feltrino. “Una mostra piena di vita, che cerca di definire, sala dopo sala, l’alfabeto visivo di questo grande talento della scena artistica italiana del secondo dopoguerra” come spiega Barbero, che definisce Tancredi “istintivo intellettuale capace di creare una rapporto diretto e velocissimo tra la propria mano, il pennello e la tela, fino a realizzare opere fatte d’aria, quadri leggeri, la cui pittura sembra volare su ali di farfalla”.

tancredi-santrovaso-guggenheimCon oltre novanta lavori, l’attesa retrospettiva sancisce il grande ritorno a Venezia di Tancredi Parmeggiani (Feltre 1927 – Roma 1964), tra gli interpreti più originali e intensi della scena artistica italiana della seconda metà del ‘900. Tancredi è stato l’unico artista, dopo Jackson Pollock, con il quale Peggy Guggenheim strinse un contratto, promuovendone l’opera, facendola conoscere ai grandi musei e collezionisti d’oltreoceano e organizzando alcune mostre, come quella del 1954 proprio a palazzo Venier dei Leoni.

Dopo oltre sessant’anni, dunque, con la mostra Tancredi, l’artista ritorna protagonista indiscusso alla Collezione Peggy Guggenheim grazie a una selezione di lavori che ricostruiscono in modo intimo e capillare, tra produzione creativa ed emotività prorompente, la sua parabola breve, ma folgorante, di grande interprete dell’arte del secondo dopoguerra.

peggy guggenheim tancredi, mostra venezia retrospettivaPartendo da rare prove giovanili di ritratti e autoritratti e dalle prime sperimentazioni su carta del 1950-51, le famose Primavere, il percorso espositivo studiato da Barbero – che da anni porta avanti una ricerca sulla scena artistica del secondo dopoguerra – passa a documentare la ricerca svolta dall’artista feltrino nell’arco dei primi anni ’50, periodo che segna l’incontro cruciale con Peggy, di cui diventa protégé, e che lo porta ad avere un proprio studio a palazzo Venier dei Leoni.

Questo significativo legame è documentato nella mostra Tancredi dal consistente numero di lavori appartenenti alla collezione di Peggy, arricchito dalle nove opere della donazione Giorgio Bellavitis, ricevuta dal museo nel 2000. La mostra Tancredi rappresenta inoltre il ritorno in Italia di una preziosissima selezione di opere donate dalla mecenate ad alcuni celebri musei americani. Per la prima volta, dai tempi di Peggy, saranno esposti capolavori come la Primavera proveniente dal MoMA di New York; Spazio, Acqua, Natura, Spettacolo, oggi al Brooklyn Museum; o Senza titolo (Composizione) dal Wadsworth Atheneum Museum of Art di Hartford.

peggy guggenheim tancredi, mostra venezia retrospettivaÈ proprio grazie al rapporto privilegiato che instaura con Peggy che il lavoro di Tancredi acquisisce un respiro internazionale, tanto da farlo diventare molto noto in età giovanissima. È in questo periodo che l’artista giunge a concepire una pittura personale, micro-spaziale e policromatica, “molecolare”. Lo stile pittorico è incentrato su una sempre più evidente frammentazione del segno e su un cromatismo lucente, elemento trascinante nelle tele. L’energia del tratto, abbinandosi alle vibrazioni luminose, crea una nuova armonia che corrisponde a uno dei periodi più felici della produzione dell’artista. Tancredi fu sempre attratto dagli accostamenti dei colori accesi, dalle invenzioni informali che, grazie a un pennello incessante e a una pittura piena di vita e intensità vibratile, occupavano tutti gli spazi della tela.

peggy guggenheim tancredi, mostra venezia retrospettivaLa grande retrospettiva della mostra Tancredi non manca di documentare la produzione artistica degli anni ’60, momento di crisi e di completa revisione della propria pittura, cui l’artista vuole dare un senso esistenziale e politico. Ed è così che la vena della polemica e della tensione di quegli anni di guerra fredda emergono nel titolo completo della mostra “La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba”, frase con cui Tancredi risponde agli innumerevoli conflitti dell’epoca. Di questo momento fondamentale nel suo percorso artistico, sono esposti i tre dipinti della serie Hiroshima (1962).

La parte conclusiva dell’esposizione è dedicata ai collage-dipinti, eseguiti tra il 1962 e il 1963, i cosiddetti Diari paesani e i Fiori dipinti da me e da altri al 101%, che possono essere definiti la vera rivelazione di questa mostra Tancredi e che sono da considerarsi esempi di eccezionale vigore creativo e drammatica euforia.

Immersosi nel clima della nuova pittura degli anni ’60, Tancredi in aperta polemica con essa costruisce nuovi quadri “antieroici”, imbevuti di colore che diviene ora macchia ora immagine, capaci di alludere alla guerra, alla cronaca o a grandi fiori. Sono queste opere a chiudere lo straordinario percorso, geniale e sregolato, della pittura di Tancredi dedicata alla natura e all’uomo. Quadri che nella loro inquietante felicità cromatica, preludono all’ultimo anno di vita del pittore, tra le più originali e non classificabili personalità della pittura italiana ed europea del XX secolo.

peggy guggenheim tancredi, mostra venezia retrospettiva logoIl pittore muore nel 1964 a soli 37 anni, giovanissimo e pronto a entrare, come scrive Dino Buzzati, nel “mito di Tancredi”.

La mostra Tancredi. Una retrospettiva è accompagnata da una pubblicazione-catalogo edita da Marsilio.

Info: http://www.guggenheim-venice.it/