Bellezza e mistero della scultura Maya a Verona, in mostra nelle sale del Palazzo della Gran Guardia: il fascino di una delle più importanti civiltà dell’America precolombiana viene presentato con più di 250 opere in prestito dai principali musei del Messico.
I Maya a Verona prendono come titolo Il linguaggio della bellezza. La mostra sarà aperta fino al 5 marzo 2017.
L’iniziativa ha la collaborazione del Ministero della Cultura del Messico e dell’Instituto Nacional de Antropología e Historia ed è curata da Karina Romero Blanco. L’hanno promossa il Comune e Arena Museo Opera ed è organizzata da Arthemisia Group e Kornice.
L’esposizione presenta sculture, stele monumentali, elementi architettonici, figure in terracotta, maschere in giada, strumenti musicali e incensieri, che daranno ai visitatori la possibilità di esplorare gli aspetti artistici di una delle civiltà più affascinanti della storia, attraverso il tema universalmente riconosciuto della bellezza.
La mostra sui Maya a Verona affronta per la prima volta il tema della cultura di questo antico popolo attraverso le parole e i testi, utilizzando la più grande rivoluzione antropologica dell’ultimo secolo: la decifrazione della loro scrittura. Parallelamente, l’esposizione offre uno sguardo nuovo sull’arte Maya a partire dall’individuazione dei maestri, delle scuole e degli stili: finalmente si ha la possibilità di rapportarsi alle opere attraverso una lettura storico-artistica e non solo archeologica.
I tre grandi periodi – preclassico, classico e postclassico – che dal 2000 a.C. al 1542 d.C. hanno visto fiorire questo popolo, sono spiegati in Il linguaggio della bellezza attraverso straordinari capolavori dell’arte maya come il Portastendardi, pregiata scultura risalente all’XI secolo realizzata da un maestro di Chichen Itza (complesso archeologico a nord della penisola dello Yucatan, inserito nel 2007 fra le Sette meraviglie del Mondo moderno) che senza dubbio rappresenta la migliore opera di una tipologia tipica di molte città del Periodo Postclassico; la Testa raffigurante Pakal il Grande che visse dal 603 al 683 dopo Cristo e fu il più importante re di Palenque (oggi tra i più importanti siti archeologici Maya situato nello stato messicano del Chiapas); la Maschera a mosaico di giada raffigurante un re divinizzato tipico esempio di maschera funeraria, fondamentale per il defunto per raggiungere il mondo sotterraneo; e infine come l’Adolescente di Cumpich, imponente scultura risalente al periodo tardo classico ritrovata nel sito archeologico di Cumpich.
La civiltà Maya a Verona è spiegata anche attraverso la ricostruzione di antiche architetture, utensili della vita di tutti i giorni che hanno cavalcato millenni come collane, orecchini, strumenti musicali, vasi e incensieri tutti provenienti dai più importanti musei messicani: il Museo Nacional de Antropología (Città del Messico) che con i suoi due milioni di visitatori è il primo museo di antropologia del mondo; il Museo Regional de Antropología Palacio Cantón (Mérida, Yucatán); il Museo Arqueológico del Camino Real de Hecelchakán (Hecelchakán, Campeche); e da siti archeologici come Calakmul, Chichen Itza, Palenque e Uxmal.
Info: www.mayaverona.it