Il Trentino prima di tutto è natura: l’incanto di un paesaggio di campagne, boschi e pendici verdi, con le acque della punta nord del Garda e di alcuni piccoli ma preziosi laghi (Ledro, Molveno, Santa Giustina, Levico e Caldonazzo), con quasi 300 specchi incastonati tra le Dolomiti, a loro volta incantevole ricchezza ambientale inserita nella lista Unesco del Patrimonio dell’Umanità.
La natura del Trentino è prima di tutto montagna: la montagna è il simbolo stesso della “trentinità”, maestra di vita che insegna il concetto di limite e di rispetto delle regole.
E là in alto, dove i boschi si diradano lasciando il posto prima ai masi e ai pascoli e poi, più su, alle rocce, ecco gli antichi luoghi di lavoro dove nasce la grande famiglia dei formaggi trentini di malga: non solo una specialità gastronomica, ma un’appassionante storia in cui la natura intatta e incontaminata collabora con l’intelligenza dell’uomo.
Formaggi, una storia nata in malga
Gli aromi e i profumi dei formaggi del Trentino sono quelli delle sue valli, dei prati e delle stalle dove il latte non è il semplice risultato della mungitura, ma il frutto di una vera e propria collaborazione ra flora e fauna sotto l’intelligente indirizzo dell’allevatore.
L’arte casearia ne ricava formaggi saporiti, semistagionati, delicati e gustosi, a volte molto diversi tra loro nella stessa zona o con lo stesso nome, ma uniti sempre da un’unica Musa ispiratrice: la malga, il luogo dove anno dopo anno prende vita l’alpeggio, dove il latte appena munto viene lavorato con passione ed estrema attenzione.
Sfilano così sul palco delle specialità casearie il Casolét della Val di Sole, il piccolo grande cacio di montagna; il fragrante e pungente Puzzone di Moena, esempio di come dall’intuizione di un casaro possa nascere un formaggio dalla personalità decisa; la Spressa delle Giudicarie, uno dei più antichi formaggi dell’arco alpino, che può fregiarsi dell’iscrizione nel Registro delle Denominazioni di Origine protetta; il Vezzena, formaggio “di confine” con l’area dell’Asiago vicentino, a latte crudo, che si presta in maniera mirabile alla stagionatura.
Dulcis in fundo nella sfilata casearia, sua maestà il Trentingrana: un formaggio “moderno”, ispirato alla tradizione padana, ma in tutto e per tutto trentino. Nasce dal latte di montagna e dal rispetto di un rigoroso disciplinare che ne garantisce la qualità superiore.
Da clima e suoli, i grandi Doc
Se dall’alto si potesse guardare il Trentino e scrutarlo come lo vedono le aquile e i falchi, scopriremmo come tra una località e l’altra, da un capo all’altro del territorio marcato da 70 castelli, vi sia un’infinità di campi e di coltivazioni, dove – a mano a mano che cambiano i terreni e le quote – i frutteti armonicamente si combinano con le vigne.
Sono anch’esse un marchio tipico, perché il Trentino e la vite sono un binomio inscindibile, in una provincia in cui oltre il 90% della superficie vitata è coltivata per grandi vini a Denominazione di origine controllata. Si tratta di una delle percentuali più alte d’Italia, su un’estensione e con una diversità di colture che stupisce.
A dare identità ai vigneti trentini sono la varietà delle situazioni climatiche, la notevole escursione termica e la variegata composizione chimica dei terreni. Poi c’è il lavoro agricolo, molto rispettoso della tradizione e delle regole.
Nel ventaglio delle produzioni Doc, sono da selezionare per primi i più rappresentativi e conosciuti: il Trentodoc metodo classico; il Vino Santo, il passito dei passiti ricavato dall’omonima uva; il Müller Thurgau, vitigno a bacca bianca che in altissima collina ha trovato la sua patria d’elezione; il Nosiola, bianco autoctono di grande tipicità; il rosso Marzemino, anch’esso autoctono della Vallagarina, vino cantato come “eccellente” da Mozart nell’opera “Don Giovanni”; e il Teroldego Rotaliano, rosso importante che viene coltivato esclusivamente nella Piana Rotaliana.
Le bollicine con “vista Dolomiti”
I contrasti fra la dolcezza delle colline trentine e le alte guglie dolomitiche sono racchiusi in un calice di Trentodoc, così come la ua luce, la sua freschezza ed eleganza fanno pensare al magico risveglio in una baita d’estate.
I vigneti che lo producono sono posti in altitudine, in zone che bene sfruttano la varietà climatica attraverso la quale le uve Chardonnay e Pinot Nero si esprimono al meglio, restituendo dopo la rifermentazione in bottiglia tutte le caratteristiche esclusive di un prodotto di alta qualità: sapidità, acidità e profumi tradotti in bollicine capaci di fare la differenza.
Trentodoc, con i suoi 34 produttori, è ambasciatore della cultura trentina nel mondo, ma soprattutto ambasciatore del buon appetito. Sì, perché le bollicine sono insuperabili se degustate a tutto pasto, abbinabili come sono con quasi tutte le pietanze.
Grappa: un’idea di territorio nel bicchierino
Produzioni e tradizione delle vigne e della cantina sono alla base della Trentino Grappa, distillato d’eccellenza che come pochi altri prodotti enogastronomici rappresenta il territorio, anche nell’immaginario dei consumatori, locali e forestieri.
Il motivo è presto detto: questo grande distillato della tradizione nasce dalla simbiosi tra una zona vocata, per condizioni climatiche e orografia, e una tecnica grappicola che lungo i secoli si è perfezionata, sposandosi con la modernità dei processi produttivi e con l’attenzione al mutare dei gusti, sempre più raffinati, degli appassionati di grappe.
Non è un caso, insomma, se una quarantina di distillerie di grappe – su circa 130 in Italia – produce in Trentino, e se però la produzione della provincia equivale a una percentuale molto bassa del totale nazionale: una misura inequivocabile di come siano proprio la qualità e la specificità a valere come parole d’ordine.
Trentino Grappa è un distillato moderno e pregiato, che nasce dalla combinazione dei fattori ambientali con il lavoro tecnologico d’avanguardia di una rete di piccole distillerie, disseminate su tutto il territorio. Molte di esse – come molte cantine vinicole – sono visitabili: tanti salotti accoglienti attraverso i quali si può scoprire in modo nuovo l’anima dell’intero territorio.
Sulle trenta distillerie veglia a beneficio del consumatore attento l’Istituto di Tutela Grappa del Trentino, che garantisce ogni bottiglia apponendovi il marchio del Tridente. Se vi è il marchio, allora quella grappa ha superato numerosi controlli chimici e organolettici, e ne è assicurata la provenienza da vinacce esclusivamente trentine.
Le valli trentine, frutteto d’Italia
Il Trentino è amico della frutta. E la frutta ricambia maturando in abbondanza e punteggiando di colori questa terra posta tra i monti.
La mela e i piccoli frutti hanno trovato in Trentino, nel corso dei secoli, un’ideale habitat naturale. Il merito oggi è anche della produzione integrata, finalizzata alla riduzione dei trattamenti chimici e alla sostituzione di questi con i ritmi biologici naturali.
Il Trentino ha puntato tutto su una produzione il più possibile genuina. In qualsiasi parte del mondo si dica “Trentino”, subito, per associazione di idee, si pensa alla mela: non a caso le mele trentine sono state le prime in Italia a conseguire la prestigiosa Denominazione di origine protetta.
La Val di Non e la Val di Sole sono certamente tra le zone più vocate, ma la coltivazione della mela è diffusa in tutto il territorio, interessando anche la Piana Rotaliana, la Vallagarina, l’Alto Garda, la Valsugana e le Valli Giudicarie.
La mela è una gioia del gusto, così come lo sono i piccoli frutti dell’orto e del bosco. Ciliegie, mirtilli, lamponi, fragole sono altrettanti testimoni di una natura incontaminata e di tutta una cultura agricola antica di millenni ma modernamente applicata.
I piccoli frutti oggi si coltivano dalla Val di Non al Garda, con picchi di produzione nella Valsugana e nelle sue laterali, in particolare in Valle dei Mòcheni e sull’Altopiano di Piné.
A Trento il Palazzo dei Sapori
A due passi da Piazza Duomo, nel centro storico di Trento, si apre la Casa dei Prodotti Trentini. Lo splendido Palazzo Roccabruna ospita una sede di importanti attività per la promozione del territorio e delle sue specificità più rappresentative, e per il confronto tra i gusti e i sapori trentini e quelli di altri territori d’Italia e del mondo.
Al suo interno, fra stucchi e complessi apparati decorativi, è aperta l’Enoteca provinciale del Trentino, con oltre 100 etichette di vini trentini, ogni settimana sempre diversi, e con tanti appuntamenti – dagli eventi enogastronomici con prodotti tipici alle mostre d’arte, dai seminari e convegni alle esposizioni etnografiche – per scoprire durante l’anno un patrimonio enologico locale che testimonia la qualità dell’ambiente e la passione di viticoltori ed enologi.
Info: www.visittrentino.it – www.trentodoc.com – www.palazzoroccabruna.it