– Quando le isole Ionie, oggi ricercata meta turistica, furono la Septinsularis Respublica

– di Antonio Trentin

Come una collana che borda la costa della Grecia verso il mar Ionio, di fronte all’estrema Puglia e alla Calabria, sette isole più grandi – e un contorno di altre minori o minime – formano un allungato arcipelago, oggi meta del turismo internazionale, specialmente britannico e nordeuropeo, e molto visitato anche dagli italiani.

Poco più di due secoli fa, esattamente all’inizio dell’Ottocento sconvolto dalle guerre napoleoniche, quelle isole frastagliate furono per un breve volgere di anni la dimenticata Septinsularis Respublica, staterello che in greco si chiamava Eptànesos Politèia e che aveva una singolare bandiera: sul blu marino del drappo spiccava un Liòn de San Marco dorato, con la zampa poggiata su un libro e sette frecce.

Corfù (nella foto uno scorcio della fortezza veneziana), Paxos, Lefkada, Cefalonia, Itaca, Zacinto e Citera: sono queste le Sette Isole in questione. Nomi che sanno di antichità elleniche, epica omerica, memorie foscoliane e mitologia degli dei.

Il bassorilievo della piazzaforte di Corfù sulla chiesa di Santa Maria del Giglio a Venezia

Erano state per più secoli dominio di Venezia, parte preziosa dello Stato da Mar: una specie di grande flotta stabilmente fissa sulla rotta dei commerci con l’impero bizantino e il Vicino Oriente ottomano. Alla caduta della Serenissima, nel 1797, erano state per due anni il dipartimento francese “de la Mer Egée”.

Alla prima occasione buona gli alleati anti-Napoleone – in particolare la flotta russo-turca che aveva assediato la piazzaforte di Corfù – le avevano “liberate”.

Fu il sultano di Istanbul a dare una costituzione alla Repubblica delle Sette Isole Unite, ma in effetti si realizzò una sorta di protettorato russo in mezzo al Mediterraneo, esercitato in nome della fede ortodossa della popolazione isolana greca. Il Lìon fu scelto come segno antinapoleonico di continuità con la Repubblica di Venezia.

Proprio questa curiosità del Liòn ha ispirato le ricerche di Ettore Beggiato per “La Repubblica Settinsulare (1800-1807)”,  libro pubblicato con Editrice Veneta.

L’esposizione storica di Beggiato corre veloce tra rievocazioni bellico-diplomatiche (con nel mirino spesso Napoleone e i francesi imputati della fine di Venezia sovrana) e considerazioni socio-culturali sulla lunga vicenda delle isole da dove si commerciava vini pregiati e grani. Il nòcciolo della narrazione riguarda il come e il che cosa della Costituzione del 1803, detta Bizantina, che ebbe un suo testo ufficiale in italiano oltre che in greco e che fu impostata su uno schema aristocratico, quasi un sistema di magistrature veneziane in miniatura.

Tornati i francesi, la Repubblica Settinsulare finì in fretta. Un paio d’anni e poi toccò agli inglesi. Il loro protettorato sugli Stati Uniti delle Isole Ionie durò fino alla nascita del Regno di Grecia nel 1864.