– di Antonio Trentin –
Mettersi a tavola con intelligenza è la prima regola per prevenire il silenzioso lavorìo negativo dell’ipertensione e gli attacchi devastanti dell’ictus e dell’infarto. Bisognerebbe farlo presto, prestissimo, anzi da sempre: perché i maledetti depositi aterosclerotici che gravano sulle arterie nascono addirittura quando si è preadolescenti. Ma, naturalmente, non è mai troppo tardi per provare a mettersi in ordine con i comportamenti a tavola.
Davide Terranova, cardiologo nel Veneto, ha tradotto in un libro, scientifico ma abbordabile anche da un normale lettore curioso, la montagna di studi in materia che ha affrontato. Da questa mole bibliografica – una quindicina di pagine di titoli – ha riassunto i punti-base della buona alimentazione e li ha sistemati in modo da dettare le combinazioni di menù migliori.
Niente che non sia stato già divulgato, e però talvolta in forme approssimate o allarmistiche, oppure che un paziente già alle prese con problemi seri non si sia già sentito dire. Ma è l’organicità delle spiegazioni e la traduzione nel concreto che fanno interessante Nutri il tuo cuore (edizioni Tecniche nuove, 156 pagine, 16,90 €).
Da tutto questo, inoltre, Terranova – in collaborazione con lo chef padovano Franco Ruggero – ha elaborato un vero e proprio “Piatto Cardiochef”. Lo raccontano in coppia a teatro (e convivialmente lo propongono anche a parte) in occasione delle tappe di un loro intenso tour che da mesi sta girando l’Italia.
“Lo spettacolo del cuore” fa del muscolo cardiaco, e delle sue magagne da evitare, il soggetto di una rappresentazione multimediale ad alta capacità di coinvolgimento. E chi, appunto, vi si coinvolge impara i “perché” della bontà salutare di una combinazione che bisognerebbe avere ogni giorno in tavola, il “Piatto Cardiochef” fatto di un mix ben calcolato (perché scientificamente attestato) di “buone cose che fanno bene”: cereali integrali, pesce azzurro, verdura, legumi, frutta secca, olio extravergine di oliva per condire, un pezzetto di cioccolato al dì, un po’ di vino rosso quando non si beve tè verde.