L’alta valle del Velino è la zona della provincia di Rieti tra i monti dell’Appennino centrale e confina con Marche, Umbria e Abruzzo. La natura regna sovrana in questo territorio, e regala scenari affascinanti.
È in questa valle che nascono i fiumi Velino e Tronto ed è qui che si trovano le Gole del Velino, dove cascate, paesaggi carsici, l’abbazia dei Santi Quirico e Giulitta, i resti dell’antica Via Salaria che porta fino a Roma, danno vita a un luogo in cui storia e natura si incontrano.
L’abbazia si trova a Micigliano, fondata dai monaci benedettini nella prima metà del X secolo. Una delle strutture più belle e imponenti del complesso è il campanile, utilizzato nel XVIII secolo anche come torre di avvistamento.
Numerosi sono i paesini che animano questo territorio. L’economia di questa zona nel corso della storia si è basata sempre su agricoltura e pastorizia, e questo si riscontra ora nei dialetti, nelle usanze e nei costumi tipici, nonché nella cucina locale, basata solo sui prodotti frutto del duro lavoro nei campi e nelle montagne, o offerti spontaneamente dalla natura.
Dal 1990 ogni anno a Leonessa, nel mese di ottobre, si svolge la “Sagra della Patata Leonessana”, dedicata alla patata tipica coltivata nelle terre attorno al piccolo paese, servita in diverse versioni: dagli gnocchi con il tartufo alla patata “rescallata”.
Il Museo delle Arti e Tradizioni popolari di Configno, aperto nel 2010 in questa piccola frazione di Accumoli, offre una ricca collezione di materiali e scritti che documentano la storia della comunità locale e il rapporto fra essa e il territorio. Si sviluppa su due piani: al piano inferiore è possibile osservare oggetti e documenti legati all’agricoltura, e vi sono riprodotti la bottega del fabbro e del falegname. Al piano superiore invece gli spazi espositivi sono divisi per tema, dal mondo domestico alla cucina settecentesca e l’osteria ottocentesca.
Tra le curiosità gastronomiche del territorio si segnalano il Marrone Antrodocano, Fagiolo Borbontino
e il Pecorino dei Monti della Laga.
Nella zona di Antrodoco viene raccolta la pregiata castagna, con marchio IGP, che rappresenta un’eccellenza grazie alla grande pezzatura dei frutti e alla loro dolcezza e delicatezza al palato. La raccolta del Marrone Antrodocano avviene per tradizione dalla seconda metà di settembre alla prima metà di novembre. Possono essere gustati in diverse versioni: arrostiti, lessi, come marron glacé o in varie ricette, dalle zuppe ai dolci.
Coltivato nel Comune di Borbona, il Borbontino somiglia al Fagiolo Borlotto, ma presenta una buccia più sottile che lo rende digeribile e delicato. In questa zona viene coltivato ancora con metodi antichi che ne salvaguardano la qualità.
Il Pecorino grasso a pasta dura viene prodotto con latte misto ovicaprino, caratterizzato da un sapore leggermente salato e leggermente piccante. La stagionatura può variare dai 3 ai 6 mesi. Viene tipicamente prodotto nella zona di Amatrice, dove viene utilizzato come ingrediente base per la Gricia e l’Amatriciana.
Questo saporitissimo formaggio fa parte del kit promozionale con il quale l’iniziativa “Tipicamente Rieti” della Camera di commercio reatina pubblicizza la provincia e le sue produzioni enogastronomiche. A partire dai due grandi classici della pasta laziale: la Gricia e l’Amatriciana, preparate anche con il Guanciale Amatriciano dalla caratteristica forma triangolare; con l’Olio Extravergine d’oliva sabino DOP, ottenuto da una o dal connubio di diverse varietà (Carboncella, Olivastrone, Frantoio, Leccino, Raja, Moraiolo, Salviana, Olivago e Rosciola); il Vino bianco Colli della Sabina DOC ottenuto da uve Malvasia, Trebbiano toscano con grappoli anche di altri vitigni a bacca bianca; il Pomodoro Ovalone in passata; e il Peperoncino Sabino nato dall’incrocio del Diavolicchio Calabrese con il Brazil dalla forma tonda e ben adattato al clima del Reatino, perché resistente alle nebbie tardive e ai freddi precoci.