– di Antonio Trentin –
Quando la prima corona di nevi imbianca le cime alte sopra la piana del Burgraviato meranese, arriva uno dei momenti migliori per incontrare Dorf Tirol/Tirolo, il paese che ha dato il nome a una grande casata medievale – che fu sovrana da Gorizia a Innsbruck e da Trento alla Carinzia – e a tutta la regione transfrontaliera italo-austriaca: un centro da più di un secolo felicemente cresciuto sul turismo e che sa ben approfittare del suo soleggiato distendersi sui gradoni montani sovrastanti la seconda città altoatesina.
Il paese ritorna tranquillo, dopo le resse dell’estate e dell’ottobre enologico. I due Sentieri della Vite e della Mela, tutti a meridione, pèrdono pian piano il verdeggiare delle fronde, ma in compenso continuano a beneficiare di una buona insolazione. I luoghi di visita sono accessibili senza code e si scende a Merano in un attimo.
Dorf Tirol/Tirolo è infatti a brevissima distanza dai luoghi meranesi di grande richiamo (le terme, i musei, l’ippodromo, le cantine vinicole, la gastronomia) e si arrampica verso i masi in quota (quelli della Muta, raggiungibili in funivia, sono un’interessante occasione d’incontro con belle passeggiate e golosi piatti contadini). L’abbondanza della ricettività – dalle semplici zimmer alle cinquestelle-lusso – fa del paese una meta per tutti.
Informazioni e prenotazioni sono a disposizione a partire dal sito internet www.dorf-tirol.it o direttamente presso l’Associazione Turistica Tirolo, tel. 0473923314.
IL CASTELLO. Il pezzo forte della zona è l’antica residenza dei conti di Tirolo, dove dal 1254 si consolidò una signoria che avrebbe trasferito il suo nome a tutta l’area a cavallo delle Alpi.
Il castello si raggiunge in passeggiata, meno di venti minuti dalla chiesa parrocchiale di Dorf Tirol, percorrendo un incassato percorso sul fianco del monte, tra vigne e meleti, che sovrasta un altro maniero, il Castel Fontana. Si passa per il “tunnel dei minatori” – costruito nel 1682 per agevolare l’arrivo dell’imperatore Leopoldo I – e per la “fossa dei castagni”, un profondo rio da dove si scorgono alcune piccole piramidi di terra, e si sbuca sullo sperone roccioso che guarda l’imbocco della val Venosta. Sorge qui il castello, che per tutta la strada si è stagliato tra cielo, montagna e vette lontane.
All’interno si resta colpiti dalla forza espressiva delle rudi sculture dei due portali romanici e dalla bella raccolta ordinata nel piccolo ma perfettamente attrezzato Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano (per informazioni: www.casteltirolo.it -mail info@casteltirolo.it).
Nella torre – alquanto allungata ai primi del Novecento in tempi di arbitrarii gusti medievalizzanti nelle tecniche di restauro – si ammira da qualche anno una raccolta museale-informativa che oggi fa un po’ perdonare gli architetti “abusivi” di un secolo fa.
Da un piano all’altro di una efficace struttura in metallo, infatti, si snoda l’interessante racconto dell’Alto Adige/Südtirol tra il 1909 (anno centenario della rivolta antinapoleonica capeggiata da Andrea Hofer) e gli anni Duemila.
Una storia complessa e controversa, vissuta tra l’Impero di Francesco Giuseppe, la Grande Guerra, il passaggio all’Italia vittoriosa, la fascistizzazione che costrinse i parroci a insegnare il catechismo di nascosto, il fatico percorso verso l’autodetrminazione.
Una storia fatta di recupero identitario, resistenza sotterranea all’italianizzazione fascista, adesione più o meno convinta alla Germania nazista, tentativo di farsi austriaci nel dopoguerra (anche a colpi di attentati) e conquista (e abile utilizzo economico) dell’autonomia negli ultimi decenni.
LA MOSTRA. Prima della fine di novembre, resta il tempo per visitare – al Castello – una piccola ma densa mostra dedicata a Martin Lutero e alla sua influenza sulle terre sudtirolesi.
– Fino al 26 novembre a Castel Tirolo la Riforma protestante e Lutero
LE MEMORIE DI POUND. Il vicino Castel Fontana è un rifacimento in stile neogotico all’inglese del 1904: l’edificio romanticheggiante fu costruito sui resti di una fortezza duecentesca che, per quasi quattro secoli dal 1457, fu di proprietà della famiglia von Kripp e che poi rapidamente decadde.
Nel 1955 lo comprò Boris de Rachewilz, archeologo e parente del poeta americano Ezra Pound che dal 1958 visse al castello lavorando alla sua opera maggiore, i “Cantos”.
Oggi è diventato un piccolo museo agricolo – intitolato alla “vita in pendio” – ed è di proprietà di Siegfried de Rachewilz, etnologo, nipote di Pound e appassionato direttore del museo provinciale fino al 2013.
Per informazioni: www.dorftirol.com/it/fontana.htm – tel. 0473923533
IL CENTRO AVIFAUNISTICO. A brevissima distanza dai due castelli, un centro di recupero e protezione degli uccelli è aperto al pubblico interessato a conoscenze scientifiche e a incontri ravvicinati con l’avifauna alpina.
Le voliere si distribuiscono su una superficie di 9.000 metri quadrati e sono raggiungibili lungo un sentiero naturalistico che racconta anche le particolarità della flora tipica della zona.
Emozionanti gli spettacoli in cui gli addestratori-falconieri fanno esibire varie specie di rapaci.
Informazioni al telefono 0473221500 e sul sito www.gufyland.com.