– Ceglie, Villa Castelli e Grottaglie: arte, storia e natura alle soglie del Salento

– di Antonio Trentin –

Ma dove inizia il Salento, che non ha un monte o un fiume a delinearne la frontiera fisica? Dove passa il suo confine con il resto della Puglia? Nel Tacco d’Italia definire la “salentinità” è un’esercitazione geografica e culturale che non finisce mai e che impegna il popolo e i dotti. Diciamo che il Salento – diventata meta tra le più frequentate dai vacanzieri italiani – si può far cominciare pressapoco dove le Murge mandano le loro ultime propaggini collinari a scendere nel lungo bassopiano proteso tra Adriatico e Ionio, là dove il dialetto brindisino si stacca dagli altri pugliesi e dove sta per finire il paesaggio straordinario dei trulli.

C’è una triade di Comuni – grossi Comuni, non come la miriade frazionata che punteggia la carta del Leccese, cresciuti a partire dall’antica economia ulivicola – che sono un po’ la soglia del Salento: Ceglie, Villa Castelli e Grottaglie.

CeglieCEGLIE, LA TERRA DEI MESSAPI. Ceglie aggiunge al suo toponimo l’identità antica di Messapica. Abitavano sulle sue alture i fieri oppositori che, all’epoca della Magna Grecia, nel IV sec. a. C., resistettero a lungo ai tarantini di matrice spartana. Risalgono a quell’età le “specchie”, singolari tumuli pietrosi che fungevano da posti d’avvistamento dei guerrieri Messapi, accuratamente disposti attraverso la campagna che circonda l’abitato odierno. Interessanti reperti sono esposti nel Centro di Documentazione Archeologica (www.ceglieturismo.it).

Sul culmine di uno dei due colli tra i quali si distribuisce il centro storico, il Castello Ducale è invece erede della fortificazione normanna di mille anni fa. Risalgono a quel tempo anche le tre belle porte poi inserite nel tessuto urbano: del Monterone, di Juso e dell’Arco della Croce.

Tra i campi di ulivi e di grano, settanta di masserie, alcune visitabili, sono l’espressione dell’antico insediamento rurale latifondista, legato al sistema feudale e alle baronie.

VillaVILLA CASTELLI E LA SUA GRAVINA. Villa Castelli, di recente fondazione urbana e amministrativa (tra Sette e Ottocento), è caratteristicamente tagliata in due nuclei dalla sua verdeggiante gravina, il piccolo canyon carsico murgiano scavato da ere ed ere di acque e oggi fatto diventare un lungo parco urbano “sotto casa” rinaturalizzato (www.comune.villacastelli.br.it).

L’archeologia vi è rappresentata dal sito di Pezza Petrosa, una piccola necropoli scavata lungo la via per Grottaglie, e dal Museo civico allestito in un’ala del Palazzo Ducale, che è anche sede del municipio.

Il palazzo – fondale della prospettiva della via centrale, il corso Vittorio Emanuele, sfavillante di luci quando vengono alzate le luminarie delle feste patronali d’ottobre – fu costruito a partire da un “casino di caccia” dei signori del luogo, gli Imperiali. All’altro capo del centro, la Chiesa Nuova di San Vincenzo de’ Paoli, eretta a partire dal 1896, offre al culto la statua della Madonna della Fontana, miracolosa protettrice condivisa con Francavilla.

GrottaglieLA CERAMICA MILLENARIA DI GROTTAGLIE. Alto sul mare di ulivi che ricopre tutta la Puglia meridionale – moltissimi vecchi di secoli – il nucleo antico di Grottaglie è marcato dal Castello Episcopio, edificato a partire dalla fine del Trecento. Dominato dalla Torre Maestra alta 28 metri, deve il nome alla plurisecolare dominazione dei vescovi tarantini.

Ai suoi piedi, lungo la gravina San Giorgio, si dispone il Quartiere delle Ceramiche, un fitto addensarsi di laboratori artigianali che costituisce un unicum storico-ambientale (www.grottaglieturismo.it). La tradizione dei “figuli” di Grottaglie risale alla preistoria, in un’area di abbondanti argille. Molte botteghe di ceramisti conservano gli antichi forni di cottura, ricavati nella roccia di ambienti sotterranei utilizzati in passato anche come frantoi per l’olio.

Nel Castello, in quelle che furono le stalle dei grandi sèguiti vescovili che viaggiavano per la diocesi, è aperto un interessante Museo della Ceramica (www.museogrottaglie.it) che conserva, oltre a preziosi reperti di antiche lavorazioni, i pezzi migliori delle mostre-concorso internazionali, Tre essi non mancano opere dei ceramisti-artisti di Nove e di Bassano.

martina-franca-piazza-maria-immacolataA NORD E A SUD: MARTINA FRANCA E FRANCAVILLA FONTANA. Appena a nord i tre Comuni d’ingresso al Salento hanno Martina Franca, splendida piazzaforte fatta città Comune da Filippo d’Angiò all’inizio del Trecento, dedicata a San Martino di Tours, la cui statua a cavallo campeggia sulla facciata della basilica che spicca tra le viuzze d’impianto medievale (www.comunemartinafranca.gov.it).

Quando la si visita bisogna cercare il seicentesco palazzo dei duchi Caracciolo, il cui balcone (da record tra quelli del barocco pugliese) percorre tutta la facciata. E bisogna cercare le molte chiese e i conventi che ne fecero una rara concentrazione di beni ecclesiastici.

Francavilla FontanaAppena a sud c’è Francavilla Fontana, anch’essa di ri-fondazione angioina (1310), poi feudo della casata degli Imperiali (loro fu il bel palazzo, nella foto) oggi fresco di restauri), e anch’essa affollata di edifici religiosi.

Delle due chiese sulla piazza principale, una conserva le statue della processione del Venerdì Santo organizzata dalla Confraternita della Buona Morte (www.lasettimanasanta.it).

sbandieratorioriaORIA E LE MEMORIE DI FEDERICO II E DEI MESSAPI. Lì vicino c’è l’elegante Oria, con la silhouette disegnata dall’imponente cupola della Basilica di Santa Maria Assunta e dal Castello Svevo fatto erigere da Federico II di Svevia agli inizi del Duecento (www.comune.oria.br.it).

L’imperatore ebbe particolarmente cara la fortezza perché accolse qui nel 1225 la sposa Yolanda di Brienne, regina di Gerusalemme crociata, come raccontano le memorie del grande Torneo dei Rioni, bandito da Federico e oggi riproposto a metà agosto (www.torneodeirionioria.it).

La storia degli antichi Messapi, infine, si percorre nel Museo archeologico situato nel cuore del centro storico. http://www.viaggiegusti.it/luoghi-vacanze/italia/puglia/nel-museo-oria-br-incontrare-la-storia-dei-messapi-dalla-misteriosa-lingua/