– Tra i panorami dei Sibillini e del mare la bellezza antica di Fermo

Fermo Marche Tipicità

– di Antonio Trentin –

Quando nel Cinquecento il marchigiano papa Sisto V promosse di grado la cattedrale di Fermo, fissò così – nella sua bolla firmata a Roma – l’identità ambientale della città: «Situata in un colle di aere saluberrimo, di amenità singolare nel cuor del Piceno, presso al seno Adriatico, non lungi dai monti Appennini». papa-fermo

Descrizione perfetta, questa, per un luogo che compendia molto della tipicità centro-italiana: un agglomerato disteso sul crinale collinare; un tessuto viario mosso, contraddistinto dai pezzi forti dei palazzi civici medievali, dalle dimore rinascimentali e barocche e delle tante chiese (quella del Carmine e quella di San Francesco le più interessanti); la piazza sulla quale veglia la statua del pontefice amico; “quinci il mar da lungi” – come Giacomo Leopardi potrebbe aver scritto anche per Fermo – e verso l’interno il profilo dei monti Sibillini che delle Marche sono il timbro orografico.

cattedrale-fermoIL DUOMO. È dall’alto piazzale del Girfalco che si apprezzano la geografia e la bellezza della città. Ed è qui che si affaccia la chiesa principale, dedicata alla Madonna Assunta, patrona che viene festeggiata con una Cavalcata vecchia di mille anni, ma recuperata solo trent’anni fa.

Vicino al Duomo, il Museo diocesano ha tra i suoi pezzi più pregiati una casula ricavata da un tessuto arabo del XII secolo che appartenne a san Thomas Beckett e che arrivò a Fermo come dono della madre del santo inglese al vescovo di allora; e un manoscritto del XIII secolo, il messale “de Firmonibus”, decorato nel 1436 dal miniatore Giovanni di Ugolino da Milano.

Tra le illustrazioni del messale, una riguarda la processione rituale dell’Assunta e la Cavalcata, regolata già negli statuti cittadini del Duecento, tra le più antiche d’Italia.

fermo-cisterneLE CISTERNE ROMANE. Bisogna percorrere alcune viuzze non lontane dalla piazza centrale per trovare l’ingresso seminascosto. Nei pressi dell’area dell’antico foro di Fermo romana, sotto le case medievali e l’ex-convento di San Domenico, si apre un’eccezionale struttura interrata e coperta di quasi 2200 metri quadrati, parzialmente in uso fino a un paio di decenni fa. Sono trenta vani, collocati su tre file parallele, nei quali le autorità cittadine immagazzinavano l’acqua che riforniva le numerose fontane pubbliche.

Le pareti dell’immenso serbatoio mostrano le tecniche costruttive di età romana e i materiali che si usavano: l’opus caementicium per i muri, l’intonaco impermeabile chiamato opus signinum, le tubature di piombo, le zone di depurazione e i pozzi di aerazione.

priori-fermoIL PALAZZO DEI PRIORI. Per chi va in cerca di grandi firme, c’è un Rubens nella Pinacoteca comunale ospitata nel grande edificio dei magistrati civili che si apre sulla piazza principale: un’Adorazione dei Pastori dipinta per una chiesa fermana nel 1608, durante il soggiorno italiano in cui il pittore fiammingo aveva apprezzato Caravaggio.

Ma l’elemento che colpisce di più dentro il Palazzo dei Priori è la sala monumentale della biblioteca Spezioli.

4.1.1Fu realizzata nel 1688 in quella che fu la sala delle Commedie del palazzo, per volere di un cardinale di origine fermana, Decio Azzolino.

Il prelato la pensò dedicata all’ex-regina del Nord fattasi cattolica e trasferitasi a Roma, la Cristina di Svezia che gli era stata amicissima (e verosimilmente amante) e che sarebbe morta, precedendolo di poco, un anno dopo il completamento della splendida struttura lignea.

Eccezionale, tra le belle architetture in noce, un grande mappamondo realizzato del 1713.

IL TEATRO DELL’AQUILA. A pochi passi dalla piazza, il teatro di Fermo – un migliaio di posti tra la platea e i 124 palchi su cinque ordini – è tra i più importanti del Settecento nell’Italia centrale, dotato di un vasto palcoscenico (350 metri quadrati) e studiato per un’acustica prestigiosa.

fermo-teatroGli dà il nome l’Aquila che orna due volte lo stemma comunale fermano.

Info: www.turismomarche.com; www.comune.fermo.it.

(7 ottobre 2016)