– di Antonio Trentin –
Cesare Battisti, patriota trentino, è noto a ogni diligente studente di storia fin dagli anni della scuola, come protagonista dell’irredentismo antiaustriaco portato fino al sacrificio estremo della vita durante la Grande Guerra.
Il suo volto è icona imprescindibile del ’15-18 sul fronte del Trentino.
E una o un’altra delle foto di drammatica e scenografica efficacia scattate tra il 10 e il luglio 1916 sono stampate nei libri di testo – e forse nella memoria – di tutti gli studenti italiani.
Lui catturato dagli austriaci sotto il monte Corno di Vallarsa e scortato giù dal Pasubio fino a Trento con le mani legate. La carretta che lo portò al tribunale militare con Fabio Filzi, altro irredento passato in Italia per combattere contro l’Impero asburgico. I soldati austro-ungarici schierati nel fossato del Castello del Buonconsiglio e armati di fucili, ma anche di un paio di dozzine di apparecchi fotografici. Il boia imperiale Josef Lang spedito da Vienna insieme con due aiutanti che gli stringeva il cappio al collo (due volte, perché nella prima la corda si era spezzata). Il cadavere offerto agli obiettivi di una delle prime grandi operazioni mediatiche, prima voluta e poi vanamente ostacolata dal governo di Vienna per parare i danni politici e psicologici conseguenti…
Di Battisti prima di quesi giorni fatali, però, poco si conosce. A ricostruirne la vicenda d’anteguerra è la mostra Tempi della storia, tempi dell’arte. Cesare Battisti tra Vienna e Roma aperta fino a novembre a Trento.
Nelle sale del Buonconsiglio – che fu teatro, nel vero senso della parola, del processo-farsa e dell’esecuzione – sono esposte opere di pittura e scultura provenienti da vari musei, carte statistiche e progettuali, mappe delle montagne trentine, foto e documenti di Casa Battisti.
Una prima sezione inquadra la situazione socio-culturale del Trentino nel contesto austro-ungarico. Giovanni Segantini è il nome più famoso tra quelli dei pittori le cui tele accompagnano la documentazione su Battisti.
Guglielmo Ciardi paesaggista e una serie fotografica sul Trentino rurale aprono, nella seconda sezione, il percorso su Battisti geografo e attivista socialista: studiava i laghi della provincia ma anche le condizioni della vita rurale; pubblicava guide sul Trentino e dirigeva fogli politici e culturali.
La terza sezione della mostra è dedicata al Battisti espatriato nell’agosto 1914, protagonista dei comizi per l’intervento dell’Italia ancora neutrale, poi volontario sul fronte di casa. Tra le firme sotto i dipinti che affiancano foto e documenti ci sono quelle dei futuristi Fortunato Depero e Giacomo Balla (qui un “tricolore” del 1915), di Giulio Aristide Sartorio, di Achille Beltrame pittore di guerra. Carlo Carrà, con un quadro sull’arresto a monte Corno (qui riprodotto), è l’autore più illustre della parte finale dell’esposizione pittorica, che racconta la costruzione del mito di Cesare Battisti tra pittura e scultura monumentale.
Info: www.buonconsiglio.it. – Tel. 0461492811 – Orario di apertura 10-18, chiuso lunedì (18 luglio-30 agosto anche lunedì).
La mostra si snoda tra le sale del Castello del Buonconsiglio. Il biglietto d’ingresso (10 euro, ridotto 8) è valido quindi per l’intero percorso museale del Castello.