– di Antonio Trentin –
Un vero e proprio “nuovo museo” di impronta modernamente europea, tutto diverso da quello che i vicentini conoscevano e che gli ospiti in città pur avevano apprezzato.
Questo è il Palazzo Chiericati modello 2016 appena inaugurato, arricchito non di recenti acquisizioni ma di preziosi e inaspettati recuperi dai depositi – tra cui le statue che per prime accolgono i visitatori – e allestito secondo un criterio cronologico-tematico grazie all’ampiezza di spazi offerta dall’espansione nell’Ala Novecentesca.
La Pinacoteca di Vicenza, riaperta nella sua interezza dopo un restauro durato otto anni, allinea il suo patrimonio – certamente non di eccelsa ricchezza, ma altrettanto certamente di alta preziosità documentaria specie sugli artisti del Cinque-Seicento cittadino e Veneto – in una sequenza che lo valorizza sia sotto l’aspetto estetico (grazie all’allestimento spesso suggestivo e comunque inedito in città) sia sotto il profilo didattico (grazie all’essenziale ma completa pannellatura di didascalie).
Gli artisti dal XIII al XVII secolo, da tempo presenti al museo, vengono riscoperti nelle loro peculiarità espressive e nella loro collocazione storica, non più esposti come “pezzi preziosi” ma raccontati nelle loro caratteristiche formali e nel loro essere presenti nel divenire dell’arte e dalla committenza cittadine.
Nell’Ala Novecentesca sono molte le novità proposte al nuovo pubblico, in attesa che in quella Ottocentesca siano risistemate le opere del periodo tra fine ‘600 e ‘900.
Il pezzo forte è la ricomposizione dell’arredo pittorico dell’antica chiesa di San Bartolomeo (San Bortolo nella dizione popolare), che era a fine Quattrocento una vera e propria “Cappella Sistina” di Vicenza, e che fu demolita nel 1834 al tempo della realizzazione dell’ospedale cittadino.
L’anno prima molte delle splendide pale d’altare – volute dalle famiglie nobili cittadine e realizzate da Bartolomeo Montagna maestro della pittura berica del suo tempo, da Cima da Conegliano (nella foto), da Giovanni Buonconsiglio e da Marcello Fogolino – erano state trasferite al civico museo. Ora sono riallestite in un ambiente unico che restituisce la suggestione degli spazi originari in cui erano inserite, proponendo in efficacissimo modo il tratto delle cappelle-altari che le avevano avute come preziosa decorazione.
Ma è tutta la serie dei quadri di grande firma di Palazzo Chiericati ad avere un contorno valorizzatore diverso: l'”oro” di Paolo Veneziano e il Cristo crocifisso con Madonna e Santi di Hans Memling (nelle foto) – al momento in prestito negli Usa alla Pierpont Morgan Library and Museum di New York – i Tintoretto, Veronese e Bassano, le tele che all’epoca hanno “fatto scuola” di Bartolomeo Montagna.
“Vicenza Città Bellissima” di mezzo millennio fa si racconta nella sala che presenta – facilmente avvicinabili e osservabili – i sette lunettoni dipinti per l’antico Palazzo del Podestà (che sorgeva sul luogo dell’attuale Palazzo degli Uffici di piazza dei Signori/piazza Biade) da Giulio Carpioni, Francesco Maffei (qui in foto) e Jacopo Bassano.
Con i podestà-rettori di Vicenza di nomina e provenienza veneziana, è la città stessa protagonista, in allegoria e in ricostruzione panoramica.
Nella stessa sala è in mostra il prezioso “Gioiello di Vicenza” in argento (nella foto), opera del 2013 tratta da dipinti di Maffei – uno è esposto lì accanto – e Alessandro Maganza, in prestito dal Museo Diocesano.
Il secondo piano si apre con le opere del tempo “dopo Bartolomeo Montagna” e prosegue con la piccola ma interessante sezione dedicata alla Madonna con Bambino in terracotta di Jacopo Sansovino e con quella della pittura veneta, presente “per esemplari” con diversi nomi illustri: Jacopo Bassano, Giovanni Antonio Fasolo, Jacopo Tintoretto e Paolo Veronese.
Il salone d’onore del palazzo è infine allestito come “quadreria”, secondo il modello delle piccole e grandi pinacoteche private – ma aperte alla curiosità ammirata degli ospiti di riguardo – con cui le famiglie nobili della città si addentravano nella conoscenza dell’arte e si esibivano nella loro ricchezza.
Info: www.museicivicivicenza.it
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