L’OP Verde Intesa di Mantova punta alla produzione di colture agricole innovative, che coincidano però con le esigenze del moderno mercato ortofrutticolo. Negli ultimi tempi, infatti, alcuni associati hanno avviato la coltivazione del melograno, il cui frutto è molto richiesto sul mercato nazionale per il suo gusto piacevolmente dolce-asprigno e per la sua azione antibatterica, anti-aterosclerotica, di difesa del sistema immunitario e di prevenzione tumorale, grazie alla ricchezza di tannini e polifenoli.
Nell’iconografia, la melagrana fa le sue prime apparizioni nel IV millennio a.C. in Mesopotamia. Per il colore dei suoi semi o arilli, di un rosso traslucido brillante, racchiusi in un involucro robusto, il frutto ha colpito l’immaginazione umana ed è entrato nella simbologia religiosa di molte culture, come quella ebraica, greca, babilonese, araba e cristiana.
È un frutto molto vecchio: lo citano le scritture della Bibbia, gli Assiri lo consumavano assiduamente, per gli ebrei è un frutto sacro che contiene 613 chicchi, tanti quante sono i loro comandamenti.
Altri popoli del Medio Oriente lo considerano un portafortuna, come gli armeni e gli azeri (foto a lato).
Il succo di melagrana è ottenuto dalla spremitura dei semi eduli del frutto: spesso diluito e zuccherato, è apprezzato come bevanda. Il succo di melagrana, dal sapore tipicamente dolce, ma con un fondo acidulo, è un’eccellente sorgente di vitamina C e del gruppo B, di potassio e di ragguardevoli quantità di polifenoli antiossidanti.
Fino a pochi anni fa, in Italia si coltivavano e commercializzavano solo varietà locali di melagrana, soprattutto la “dente di cavallo” oppure, per i clienti dai gusti più evoluti, anche la “mollar”. Qualche anno fa è stata introdotta la “wonderful”, la cui selezione è stata messa a punto in Israele. Questo tipo di melagrana ha destato un grande interesse da parte del mercato dal momento che il consumatore ha mostrato subito apprezzamento per il suo gusto, l’aspetto e il grado di conservabilità. La ricerca varietale non si è però interrotta e la melagrana continua ad essere oggetto di nuove sperimentazioni per rispondere sempre più adeguatamente alle mutevoli esigenze della clientela.
Gli associati di OP Verde Intesa guardano con interesse alle nuove varietà di granata e hanno investito nella messa a dimora di moderni frutteti. L’azienda agricola Pietropoli di Roverbella (MN), ad esempio, coltiva frutta di alta qualità sin dal 1970 con una produzione che verte su albicocche, pesche, nettarine e kiwi.
“Prerogativa dell’azienda – sottolinea il titolare Giovanni – è quella di produrre frutta fresca secondo i dettami dell’agricoltura biologica. Già prima del 2000, l’azienda è passata dall’agricoltura convenzionale a quella biologica, operando nei pieno rispetto delle regole della tracciabilità, della sicurezza alimentare e della salvaguardia dell’ambiente. Abbiamo investito inizialmente su una coltivazione di 13 ettari di frutteto della mollar di Elche, ma il nostro obiettivo è quello di crescere ulteriormente nella produzione di melagrane”.
Info: www.verdeintesa.it