Un titolo complesso, misterioso e un po’ esoterico, ma decisamente programmatico. Un titolo che conduce ad un percorso che pone la cucina veneta come protagonista di un crocevia di mondi, di gusti e di usanze, che riportano sulla tavola sapori, profumi e modelli di civiltà antiche che nel tempo hanno interagito e convissuto con la società veneta: “Orizzonti Berici: tra cibo, contaminazioni, storia e immortalità dell’anima”.
Questo il richiamo scelto per la nuova rassegna delle Buone Tavole dei Berici: per descrivere e proporre questi intrecci, così peculiari e così importanti per l’evoluzione della cucina veneta, la quale, come poche, non solo ha subito contaminazioni esterne dai principali popoli dell’era moderna, ma al contempo scandisce i suoi periodi gastronomici, legandoli ad avvenimenti storici o religiosi.
Per capirsi, basta pensare al Rinascimento e a Venezia come Porta d’Oriente, che, oltre alle spezie, lascia spazio a sistemi di cottura come la frittura o lo spiedo. Senza contare la cucina Kosher, che dal tardo ‘300 si inserisce sia a Venezia che in terraferma, dando vita a piatti che poi sono entrati nell’uso comune: salsa verde per i bolliti o la ricetta invernale delle sarde in saôr.
Questi i temi forti della prossima rassegna enogastronomica che ad iniziare dal 6 giugno vengono messi sul piatto – è il caso di dirlo – da Roberto Berno dell”Antica Trattoria Al Sole”,” Monica Gianesin della “Trattoria Albergo Isetta”, Giuseppe Zamboni della “Trattoria Zamboni”, Renato Rizzardi della “Locanda di Piero”, Davide Pauletto delle “Vescovane”.
Esordio, appunto giovedì 6 giugno, alle 20, a Montecchio Precalcino.
Alla Locanda di Piero parleranno i piatti. Una sinfonia di sapori,un mélange di profumi, un insieme di stili e di creatività.
Il menu è davvero un florilegio di colori, un fuoco d’artificio di gusti, che si rincorrono e di rinnovano di portata in portata, mediando le usanze orientali con la originalità veneta. Gamberi intrappolati in una tempura al nero affiancati da una maionese di mandorle, asparagi verdi e sesamo con salsa teriaki, si accompagnano con nidi di pasta kataifi, asparagi e ricotta affumicata. Mentre la pralina di baccalà al carbone vegetale si adagia con voluttà sul chutney di mango in attesa del cracker di riso nero al cardamomo con petto d’anitra marinato su salsa di yogurt al curry. E che dire del vialone nano in cui si tuffano asparagi verdi e capesante in alternanza a sapidi paccheri con alici marinate e leggero saôr, accanto alla croccantezza della sfoglia di riso fritto farcita di ragù e yogurt alla cannella.
Si prosegue con il pollo speziato, morbido e succulento, con piselli, riso basmati saltato con cipolla rossa, zenzero e curcuma, e il carrè di maiale laccato al miele con composta di cipolle rosse, ciliegie e albicocche. Infine, termina la cena la dolcezza della mousse di riso con frutta esotica e il calibrato contrasto del crumble di riso e mandorle su frutta caramellata accompagnato da gelato alla cannella.