– Gli allievi del Master della Cucina Italiana al lavoro con i grandi chef di tutta Italia

Sedici tra i più prestigiosi ristoranti italiani aprono le porte agli allievi del Master della Cucina Italiana edizione 2019. È il coronamento del corso svoltosi al Centro Formazione Esac Confcommercio di Creazzo (VI) e conclusosi con la tradizionale Lectio Magistralis tenuta da Gianni Mura.

Il giornalista e scrittore ha tenuto una lezione ricchissima di spunti, ricordi e curiosità, certamente memorabile per la platea degli invitati, ma soprattutto per gli allievi, che si apprestano a vivere la sfida più importate dopo 5 mesi di corso: confrontarsi con le più grandi “brigate di cucina” nazionali, in un tirocinio di 4 mesi che per molti loro ex colleghi delle edizioni precedenti è stato un trampolino di lancio nell’alta cucina.

I ristoranti che accoglieranno gli allievi sono tra i più noti e quotati in Italia: Piazza Duomo di Alba (CN), con lo chef Enrico Crippa; Le Calandre di Rubano (PD), con lo chef Massimiliano Alajmo; Osteria Francescana di Modena, con lo chef Massimo Bottura; Harry’s Bar di Venezia; Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio (MN), con gli chef Nadia e Giovanni Santini; La Peca di Lonigo (VI), con lo chef Nicola Por­tinari; Pomiroeu di Seregno (MB), con lo chef Giancarlo Morelli; La Tana Gourmet di Asiago, con lo chef Alessandro Dal Degan; La Madia di Licata, con lo chef Pino Cuttaia; il Grancaffè Quadri della famiglia Alajmo a Venezia, con lo chef Silvio Giavedoni; Osteria della Brughiera di Villa d’Almè (BG), con il patron Stefano Arrigoni e lo chef Stefano Gelmi; Da Caino di Montemerano (GR), con la chef Valeria Piccini; Il luogo di Aimo e Nadia di Milano, con gli chef Fabio Pisani e Alessandro Negrini; Da Vittorio di Brusaporto (BG) con gli chef Chicco e Bobo Cerea; Miramonti L’altro di Concesio (BS), con lo chef Philippe Léveillé; Aqua Crua di Barbarano Mossano (VI) con lo chef Giuliano Baldessari.

Per sancire questo passaggio di grande importanza per la futura carriera degli allievi, le “porte” del Master della Cucina Italiana si sono aperte in occasione della Lectio Magistralis. Una scelta, come ha ricordato Sergio Rebecca presidente di Esac/Confcommercio Vicenza, pienamente in sintonia con la filosofia del Master: “L’obiettivo principale della nostra scuola è di formare lo chef del futuro prima di tutto partendo da basi culturali, solide per arrivare alla creazione di una  forma mentis aperta e moderna. Crediamo fortemente, infatti, che la prima regola per ben operare in cucina è capire che non è soltanto un luogo di lavoro: è anche una palestra di vita che richiede soprattutto apertura mentale, capacità di adattamento e nuove visioni”.

Massimiliano Alajmo, del comitato scientifico del Master, si è rivolto direttamente agli allievi: “E’ sempre emozionante trovarvi qui oggi in questa lezione conclusiva e spesso incontrarvi poi in giro nelle cucine di tutto il mondo. Noi stessi alle Calandre abbiamo due ex allievi, un altro ex allievo da Amo. Ci sono allievi che hanno fatto anche scelte professionali diverse, ma il passaggio in questa scuola ha sempre condizionato in modo positivo il loro percorso”.

“Il fatto di riuscire a creare un grande team di insegnanti per un piccolo numero di allievi – ha aggiunto Raffaele Alajmo, pure del comitato scientifico – rende ancor più efficace il nostro piano di studi, il cui obiettivo non è solo quello di insegnare a cucinare, ma di aprire la mente, lo sguardo, verso tantissime altre esperienze per dare ai ragazzi le basi che consentiranno loro di creare e di crescere”.

La parola è passata quindi a Gianni Mura, la cui lectio magistralis ha interpretato pienamente lo spirito del Master, partendo dal tema affidato a questo punto di riferimento della stampa enogastronomica e non solo: “Dimenticare per ricordare. La cucina: un messaggio antico che ha radici nel passato”.

“Aggiorniamo il titolo – ha esordito Mura – : la cucina ha radici nel passato e avrà un buon futuro se sa vivere nel presente. Vivere nel presente vuol dire non ignorare il passato, anzi considerarlo un giacimento da esplorare, una vena aurifera non esaurita. Vuol dire avere cultura e tecnica, manuale, non solo libresca. Fare il cuoco significa fare un bel lavoro, ma molto faticoso, molto esigente anche nell’arco d’impegno e non solo per il tempo trascorso ai fornelli”.

Poi via via Mura ha toccato tantissimi temi, in un continuo passaggio tra il presente e il passato: dalla moda delle recensioni (“l’immagine di un ristorante, della professionalità di chi ci lavora, passa sotto la lente d’ingrandimento di dilettanti allo sbaraglio”), alla cucina in tv (“Carlin Petrini la definisce pornografia gastronomica. Con minore finezza, io la definisco una schifezza”), per poi tornare nel passato a tracciare un excursus sulle grandi figure della storia della cucina, a cominciare da Archestrato di Gela, vissuto nel IV secolo a.C., al passato più vicino della cucina contadina, della nouvelle cuisine (“che molti in Italia non hanno ancora imparato a scrivere, non dico a eseguire”), della “cuisine du marché” (“la faceva anche mia nonna, quando in casa non c’era il frigorifero, né tantomeno il freezer”), fino alla cucina a km zero e alla responsabilità ambientale del cuoco. Conclusione con un augurio agli allievi (e a tutti gli appassionati del buon cibo): “Non so se in futuro mangeremo grilli e cavallette. Le formiche, vive e in un appiccicoso yogurt greco, le ha già proposte a Copenhagen René Redzepi. No comment. So però che il futuro è nelle vostre mani, nella vostra testa, nel vostro cuore”.

Un appello, questo, raccolto da Mauro Defendente Febbrari, terzo membro del comitato scientifico, che ha augurato ai ragazzi “di avere sempre quella consapevolezza che vi permetterà di decidere cosa fare e come farlo. Siamo partiti, in questa scuola, per elevare il pensiero, alla fine, grazie alle storie e alle testimonianze di tanti docenti che hanno insegnato qui, questo è diventato un Master della consapevolezza”.

Contemporaneamente alla chiusura dell’edizione 2019, si aprono ufficialmente le iscrizioni al Master della Cucina Italiana 2020, che prenderà il via il 13 gennaio e sarà ancora riservato ad un numero molto limitato di allievi.