Ogni anno Castro, in provincia di Lecce, richiama migliaia di turisti grazie alla Grotta Zinzulusa e al fascino del suo centro storico, entrambi visitabili con guida grazie al biglietto unico (8 euro) che permette l’ingresso in grotta (sia via mare che via terra) e al rinnovato Museo Archeologico dove si può ammirare l’imponente busto della Dea Minerva, cui era dedicato il tempio.
La Zinzulusa deve il suo nome ai pescatori: vedendo da lontano le stalattiti che pendevano dal soffitto come tanti stracci, i pescatori la soprannominarono secondo il loro dialetto, nel quale zinzuli vuol dire stracci. Le stalattiti e le stalagmiti assumono le forme più fantasiose – la torre di Pisa o il Duomo – tra le quali vivono i gamberi ciechi, specie di cui si ha traccia sin dalla preistoria.
Salendo per il centro storico si attraversa la piazza, dove sono visibili i resti (colonne e affreschi) dell’antica chiesa bizantina, sulle cui rovine è sorta poi l’attuale chiesa madre, sede per un certo periodo anche del vescovado. Dietro l’angolo della piazza, Castro sfodera ancora un altro gioiello: le rovine del tempio della Dea Minerva che dominava la città e le imponenti mura messapiche, che si possono ancora oggi ammirare. A scoprirle assieme al busto della Dea Minerva l’equipe guidata dal professore Francesco D’Andria.
“Castro – dice il professore – era un grande emporio commerciale, proteso sul Mediterraneo, una città molto famosa nel mondo antico, tanto che Virgilio nel III libro dell’Eneide la cita, facendovi approdare l’eroe troiano Enea, che avrebbe dato i natali a Roma. L’imponente statua della Dea Minerva è stata trovata sepolta in un cassettone di pietra tra le rovine del tempio. Un tempio molto imponente a giudicare anche dalle decorazioni in pietra leccese che abbiamo trovato”.
“La statua e le decorazioni del tempio saranno in mostra in autunno nell’Ara Pacis di Roma” ha annunciato il sindaco Alfonso Capraro a un gruppo di giornalisti esperti di eventi, moda e turismo provenienti da India, Germania, Francia e Italia ospiti del Comune grazie al bando ospitalità della Regione Puglia nell’ambito dei POR FESR-FSE 2014-2020, Asse VI, Azione 6.8.
“Sarà l’occasione – ha aggiunto – per far conoscere ancora di più la nostra bella Castro che attrae ogni anno sempre più turisti. L’anno scorso abbiamo registrato un aumento del 7,7 per cento. Puntiamo non solo sul turismo balneare, grazie al nostro splendido mare, dove sventola ormai da anni la Bandiera Blu, ma anche sul turismo culturale avendo arricchito l’offerta con l’apertura del museo archeologico nel castello, proprio nel cuore del centro storico”.
Imperdibile è la visita al museo archeologico per ammirare la Statua della Dea Minerva e la romantica passeggiata lungo le mura del castello dove lo sguardo si perde tra gli ulivi e l’orizzonte. Ma per conoscere sempre più a fondo le storie dei popoli che abitavano sulle sponde del Mediterraneo non può mancare una visita all’area archeologica di Roca Vecchia, definita la Micene del Salento.
Era un villaggio abitato dall’Età del Bronzo fino all’alto Medioevo, al centro di numerosi scambi commerciali e culturali. Lo stanno rivelando gli scavi condotti dall’Università del Salento da diversi anni, avviati dal professore Cosimo Pagliara e oggi condotti da un’equipe di giovani archeologi. “Roca era un importante approdo per le genti che solcavano il Canale d’Otranto, dove i locali convivevano con gli abitanti provenienti da Mykonos” spiega l’archeologo Nico Scarano. Il sito è aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 16.30 per visite guidate gratuite, come ha annunciato l’assessore al turismo del Comune di Melendugno, Anna Elisa Prete.
A pochi passi dal sito archeologico si trova la Grotta della Poesia piccola: era un santuario dove i naviganti del Canale d’Otranto scrivevano le loro preghiere in tre lingue, il greco, il latino e il messapico. Invocavano il dio Tutor latino, Thaotor greco, Thator messapico perché li conducesse sani e salvi sull’altra sponda del mare.
La Grotta della Poesia piccola (non visitabile) è collegata via mare alla Grotta della Poesia grande, dove avvengono ogni estate spettacolari tuffi. I lettori e i giornalisti del National Gepgraphic l’hanno definita tra le dieci piscine naturali più belle al mondo. E un hotel lì di fronte è diventato un caso studiato da Google: in una stessa settimana sono arrivati turisti provenienti da 80 nazionalità diverse.
Ma se a Roca la costa si caratterizza per le scogliere, le Marine di Melendugno sono famose anche per le morbide e bianche spiagge che vanno da Torre Specchia con San Basilio a San Foca (le Fontanelle e Li Marangi) fino a Torre dell’Orso, una delle baie più belle al mondo, racchiusa da due falesie e con una pineta che le fa da chioma. Definite dall’Associazione pediatri italiani “A Misura di Bambino” vi sventolano la Bandiera Blu del Fondo sociale europeo per lo sviluppo e per l’ambiente e la Bandiera Gialla di Legambiente.
A Torre Sant’Andrea, infine, la natura si è divertita a giocare con gli scogli. Ecco i magnifici faraglioni: lu Pepe a forma di Arco e l’Italia a forma di Stivale mentre la Sfinge protegge con il suo sguardo i piccolo villaggio dei pescatori.
Info: www.comune.castro.le.it – www.melendugnotoyou.it
Dove soggiornare:
– Hotel Orsa Maggiore – Litoranea per Santa Cesarea Terme – Castro –
www.orsamaggiore.it
– Relais Masseria Le Cesine – Loc. Termolito – Vernole – www.cdshotels.it