– di Antonio Trentin –
Nella rotta vacanziera verso il Salento, l’arrivo in Puglia suggerisce agli appassionati di terrecotte popolari e folklore locale le tappe in tre centri dove le sapienti mani degli artigiani producono fischietti multicolore, che sono esposti anche in un paio di musei di curioso pregio. Rutigliano, Grottaglie e Ostuni disegnano un triangolo tra le province di Bari, Taranto e Brindisi che condensa il meglio delle ceramiche fischianti di pugliesi.
Queste sono presenti come memoria, come produzione o come abbondante offerta commercial-turistica anche in altri centri pugliesi – da Gravina dove sono il simbolo della promozione turistica locale ad Alberobello dove vengono proposte come trulli-souvenir – e salentini in particolare: da Cutrofiano,che ne ha una piccola collezione nel suo Museo della Ceramica, a Galatina che li porta in fiera a fine settembre, e a Ruffano, dove tradizionalmente i “pignatari” li modellavano per ottenerne un complemento di reddito.
Il museo di Rutigliano. Per Sant’Antonio Abate, il patrono invernale dei campi e delle attività rurali, Rutigliano ha ormai tradizionalmente in calendario (17 gennaio) una Fiera del Fischietto che apre il Carnevale e fa risuonare di sibili il paese. Ma naturalmente acquisti e visite ai produttori si fanno tutto l’anno. Anzi: è in estate che si concentrano gli acquisti e la diffusione delle fragili operine sonore.
Qui le botteghe dei fìguli (dall’antica denominazione latina) lavorano le argille rosse e sono forse le più prolifiche d’Italia in materia di foischietti, sia per produzione numerosa sia per invenzione di forme e colori sempre nuovi.
Ma soprattutto apre qui un Museo del Fischietto man mano costituitosi con i pezzi partecipanti all’annuale concorso patrocinato dal famoso pastificio Divella (www.museodelfischietto.it).
La raccolta di Rutigliano – oltre 700 fischietti – è un bel riassunto in particolare della moderna varietà in cui è riproposto il “fresc-chètt” pugliese che in paese si chiama “fisc-caluru” e a Gravina è la “cola-cola” (cioè la gazza).
Il Museo è collocato nell’ex-convento cinquecentesco di San Domenico e ha una biblioteca specializzata proprio sul tematica dei fischietti e sulla storia della ceramica.
Il castello di Grottaglie. Il profilo del centro storico di Grottaglie è contraddistinto dalle squadrate forme del Castello Episcopio, originario della fine del Trecento.
La sua Torre Maestra, alta 28 metri, prende il nome dalla plurisecolare dominazione dei vescovi tarantini.
Ai piedi del castello il Quartiere delle Ceramiche è un vero unicum storico-ambientale (www.grottaglieturismo.it) in cui si susseguono laboratori artigianali di antica fama.
I ceramisti di Grottaglie hanno progenitori che i reperti documentano attivi in zona fin dalla preistoria, operanti allora e via via nei secoli fino ad oggi in un’area dove abbondano crete di tre tipi (stagna, scogliosa e arenosa).
Nel Castello, nell’ala delle antiche stalle dei vescovi, è aperto un Museo della Ceramica (www.museogrottaglie.it) che conserva i pezzi migliori delle mostre-concorso internazionali – alle quali partecipano produttori di diverse regioni d’Italia dove la tradizione i conserva, in particolare dei laboratyori artigianali veneti di Nove e di Bassano del Grappa – e interessanti esemplari della tradizione dei fischietti che avevano in paese il centro di produzione più famoso di Puglia, e tra i più qualificati per qualità tecnico-espressiva-.
L’artigianato artistico di Ostuni. La Città Bianca che guarda lontano il mare Adriatico ha a sua volta un’antica tradizione di lavori in ceramica e anche di fischietti che, qui come dappertutto, erano piccoli giocattoli regalati ai bambini o pegni d’amore tra fidanzati.
Alcuni artigiani hanno i laboratori nelle vie della Ostuni Nuova e le vetrine per i turisti nell’affollatissimo nucleo antico. Questo si arrampica per fasce concentriche fino alla Cattedrale risalente alla fine del Quattrocento, costruita in stile tardo gotico lombardo-veneto in un contesto rimasto fedele all’impianto medievale.
Le botteghe dei fìguli si infilano coloratissime in questo stretto tessuto edilizio e spingono fuori, con i banchetti sulle strette vie, le figurine variegate dei galletti e dei cavallucci, degli omini e delle donnine, dei personaggi famosi e dei politici di grido che secondo ironica tradizione hanno la parte fischiante applicata sul retro.
Anche Ostuni – dove i fischietti si regalano in particolare nel giorno del patrono Sant’Oronzo (26 agosto), sotto la sua colonna-obelisco settecentesca in piazza della Libertà – ha una sua apprezzata Rassegna nazionale, ben frequentata e con successo dai maestri ceramisti di tutta Italia.